Che avevamo fatto un grande sforzo per arrivare lì, ma che mancava ancora l’ultimo scalino per restare nella storia del calcio italiano. Tra tutte le prime volte che ricordo, la sensazione di meraviglia data da quel colore è una delle più nitide ancora oggi, a vent’anni di distanza. A volte mi capita, quando devo giocare con la Nazionale per quindici giorni, al terzo, quarto giorno, comincio a sentire nostalgia per Milano. Ma lo ringrazio anche perché la FIGC, con cui abbiamo un rapporto ormai strutturato e consolidato, è voluta venire ancora una volta nella nostra città, a testimonianza del fatto che Bari è a tutti gli effetti una città di sport, riconosciuta e riconoscibile nel panorama nazionale. Prima ancora c’erano stati i racconti di mio padre e di mia madre, perché io abitavo vicino allo stadio dell’Independiente e lì l’Inter ha giocato partite importanti. Il Piccolo Principe è un racconto che tutti i bambini dovrebbero leggere; anche gli adulti, che troppo spesso si dimenticano di essere stati bambini. In questo periodo sono state dette molte cose, ma la verità è sotto gli occhi di tutti.
Lasciare l’Argentina è stata una scelta difficile, ma l’avrei fatta solo per andare in una grandissima squadra come l’Inter e sono felice di aver deciso così. Questo ti permette di non perderti nemmeno una sfida importante e di supportare la tua squadra del cuore in ogni occasione. È un onore sentirmi accostare ad Armando Picchi e Giacinto Facchetti, due calciatori, due persone, incredibili, che hanno fatto tantissimo per questa grande squadra. L’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio, fu fatto prigioniero dalle truppe della Wehrmacht e trasportato in diversi campi di concentramento d’Europa: a Cernovizza (l’odierna Černivci, in Ucraina) insieme ad altri deportati italiani ex-calciatori riuscì a formare una squadra e a organizzare una sorta di «torneo dei lager», vincendo 18 partite consecutive e superando anche una selezione di militari dell’Armata Rossa. Tutti, persino i compagni di squadra e addirittura mia moglie, mi chiedono come faccio a finire la partita sempre pettinato. Mi sono reso conto che ciò che mi ha insegnato la mia famiglia mi è servito molto per essere qui, così come sono oggi. Io ho avuto una infanzia molto semplice e ho dovuto lavorare con il mio papà, per la mia famiglia. Avevo bene in mente la risposta: è una pagina nuova del libro della mia vita, né una vittoria da celebrare né una sconfitta che mi schiacci.
Parlare con lui di tanti argomenti, della mia fondazione e di tutti i problemi che ci sono nel mondo è stata un’emozione unica. Josè Mourinho è un vincente, ti dice le cose in faccia senza problemi. Ci guardò in faccia e ci spiegò che per molti di noi quella poteva essere l’ultima opportunità e che non potevamo sbagliarla. Ad essere sinceri, ci furono precursori nel mondo fashion (l’incredibilmente bravo e leggendario stylist degli anni Ottanta, Ray Petri, su tutti), e nelle frange musicali hiphop degli ultimi 50 anni, ben passati ai raggi X da Alberto Piccinini su queste pagine, incluso in qualche modo il Pharell Williams che ha puntualmente piazzato shirt calcistiche da paura nella sua prima collezione per Louis Vuitton lo scorso giugno. Infatti nel 1994 la Kappa propose il suo celeberrimo kit stellato, con la doppia stella sulla spalla: il blu elettrico è bello ed è la prima apparizione dello stemma societario sulla maglia dei bianconeri, ma le stelle gialle sulle spalle sono abbastanza tamarre, bisogna dirlo, per non parlare di tutto l’armamentario attaccato alla maglia: due stelle sul petto oltre a quelle sulle spalle (IN CASO NON FOSSE CHIARO), e quell’aggressività sintetica delle maglie degli anni ’90 che non poteva che peggiorare la situazione.
In questo periodo sorse il primo storico gruppo ultras, gli Ultrà Maglie, nato nel 1978. Verso la prima metà degli anni ottanta gli Ultrà Maglie si trasferirono nella vecchia Gradinata Est dove, grazie anche agli ottimi risultati sportivi conseguiti dalla squadra, fiorirono numerosissimi altri gruppi: il Collettivo Alcolico Ultrà Maglie (nato nel 1986, si accingerà a diventare il gruppo principale della Gradinata), Maglie Paranoica, Linea Rasta, Mods, Tipi Loschi, Stonati, Gruppo d’Azione e Girls. Contemporaneamente si rese obbligatorio per la A e per la B far figurare i nomi dei giocatori sulle spalle degli stessi. Nel 2020-2021, sotto la guida di Marco Marchionni, la squadra, che festeggiò il centenario del club con un apposito logo cucito sulle maglie, si piazzò nona nel girone C della Serie C, accedendo ai play-off, dove eliminò al primo turno il Catania battendolo per 3-1, per poi essere eliminata dal Bari al secondo turno con il medesimo punteggio. Javier Zanetti è una figurina che ogni padre metterebbe in mano al proprio figlio come un santino, a prescindere dal campanile del tifo: gioca come lui, comportati come lui.
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